Videogiocatori di Ieri e di Oggi 17/06/2010
Diciamoci la verità: il mondo dei videogiochi ha subito un'evoluzione incredibile. Quello che per i ragazzi degli anni ottanta erano sogni, per i ragazzi di oggi, quelli che giocano alle console di nuova generazione, è realtà. I giochi che sognavamo da bambini, ora le moderne console riescono a realizzarli con facilità. Non c'è limite al progresso tecnico ma è anche vero che sono cambiati i modi di intendere i videogames. Da ragazzo frequentavo le sala giochi, e passavo ore davanti a quei schermi colorati. Ma soprattutto passavo ore prima di tornare a casa per la paura di incappare in una punizione da parte di mia madre, poiché sapevo bene che quello delle sala giochi era un luogo off limits. Sia mai venivamo beccati! Per i giocatori di oggi è tutto diverso. Oggi il videogame non è visto con sospetto, anzi è una vera forma d'arte idolatrata da tutti, da genitori e figli. Una volta chi giocava (per fare un esempio) al Commodore 64 era visto come una sorta di alieno. Se tra amici, oggi, ci interroghiamo su quante conosole ognuno possegga, non mi sorprendo quando qualcuno dice di averne due o anche tre. Una volta c'era solo il Commodore 64, quel mitico computer. Oggi c'è la PlayStation 3. Una volta c'erano i giochi di calcio con quelle mazzette di legno che correvano dietro un pallone; oggi c'è Winning Eleven. Oggi c'è la telecronaca; ieri la facevamo noi ( e in verità devo dire meglio di quel coglione e gufo di Josè Altafini) Una volta per giocare a un nuovo titolo bisognava attendere che la cassetta si caricasse, e alle volte si rischiava anche che il gioco non uscisse. Poi uscirono le console che cambiarono il modo di giocare, e con le famigerate e costose cartucce, bastava inserirle e il più era fatto. Che bello, e che pacchia per noi "vecchi" giocatori furono le cartucce! Un titolo (per fare un esempio) come "Zelda A Link To The Past" poteva costare anche cento o centocinquanta mila lire. Oggi, che bello! si può scaricare tutto, esistono ogni sorta di modifiche e di emulatori. Il videogiocatore di una volta doveva arrangiarsi a giocare a uno o due titoli, massimo tre (poi c'erano i solito grassocci figli di papà con le mani sporche di nutella, che avevano sei o sette titoli) all'anno; oggi... il videogiocatore degli anni duemila può giocare oltre l'inimmaginabile a tutti i titoli che vuole. Il marocchino di una volta vendeva fazzolettini; quello di oggi ti vende l'ultimo successo Wii. E poi non c'erano le offerte che si trovano oggi perché il mercato era ancora chiuso e non un business come quello odierno. Nessun titolo platinum, per capirci. Una volta, quando un genitore ti comprava una cassetta Nintendo, ti diceva che quella ti doveva bastare tutto l'anno; adesso i genitori di oggi vanno alle bancarelle e comprano "quattro o cinque giochi per il bambino". Ci pensate? Quattro o cinque titoli se me li avesse comprati all'epoca mio padre! Come minimo doveva fare un mutuo per pagarli tutti! Il videogiocatore di oggi, a differenza di quello di ieri (per usare questa simpatica misurazione temporale), ha a disposizione anche dei negozianti attenti e preparati. Quasi sempre diciamocelo. Una volta quando andavi a comprare un videogioco e dicevi il titolo, ti prendevano per un idiota. Sia mai volevi provare la cartuccia! "Ci dispiace, non possiamo." (In verità succede anche oggi ma io da ragazzo me lo sognavo di trovare una postazione, come adesso, dove provare i miei titoli preferiti). Certo, con l'avvento della PlayStation è tutto cambiato. Il videogiocatore, e quindi i videogiochi, sono entrati nelle case di tutti. Però noi del passato eravamo più pazienti. Dovevamo accontentarci di un solo titolo e per lungo tempo. Per fare un esempio, il mitico "Super Mario World" me lo feci durare così tanto che sapevo pure la lunghezza dei baffi di Mario. Quando chiedevo una nuova cartuccia a mio padre lui mi rispondeva di giocare ancora a Mario "che qualche nuovo livello sarebbe saltato fuori". A me stavano per saltare i nervi!
Certo, per concludere questo discorso, diciamo che siamo tutti videogiocatori appassionati. C'è solo da dire che quelli di oggi sono più fortunati. O forse no. Già, forse i fortunati siamo stati noi che abbiamo visto evolversi giochi come "Pac Man", "Zelda", le saghe di "Final Fantasy", ci siamo entusiasmati con l'avvento della terza dimensione (grazie a "Super Mario 64") noi che eravamo abituati a scroccare le mitiche duecento lire ai nostri fratelli maggiori per correre nelle sale giochi, titoli come "Double Dragon". Quei cabinati che sembravano chissà quali tecnologie aliene e che adesso farebbero sorridere il microprocessore interno della XBox 360. Noi che, ripeto, abbiamo visto quel coglione di Mario raggiungere con la Nintendo Wii una nuova dimensione per i videogames. Nessun rimpianto dunque. E ricordiamoci che è tutto virtuale. Proprio così... il futuro è nel virtuale. E noi, insieme ai nuovi videogiocatori, ci saremo.
Certo, per concludere questo discorso, diciamo che siamo tutti videogiocatori appassionati. C'è solo da dire che quelli di oggi sono più fortunati. O forse no. Già, forse i fortunati siamo stati noi che abbiamo visto evolversi giochi come "Pac Man", "Zelda", le saghe di "Final Fantasy", ci siamo entusiasmati con l'avvento della terza dimensione (grazie a "Super Mario 64") noi che eravamo abituati a scroccare le mitiche duecento lire ai nostri fratelli maggiori per correre nelle sale giochi, titoli come "Double Dragon". Quei cabinati che sembravano chissà quali tecnologie aliene e che adesso farebbero sorridere il microprocessore interno della XBox 360. Noi che, ripeto, abbiamo visto quel coglione di Mario raggiungere con la Nintendo Wii una nuova dimensione per i videogames. Nessun rimpianto dunque. E ricordiamoci che è tutto virtuale. Proprio così... il futuro è nel virtuale. E noi, insieme ai nuovi videogiocatori, ci saremo.
By Miyamoto San